Sebbene Echoo sia una rivista dedicata principalmente ai musicisti del Trentino, crediamo sia essenziale ampliare i nostri orizzonti dando uno sguardo a chi sta lontano; esplorare realtà differenti ci aiuta infatti a capire cosa ci unisce e cosa ci distingue da chi vive in contesti molto distanti.
Tuttavia, il nostro interesse si rivolge soprattutto alle band di ragazzi e ragazze non ancora famosi, in tutto simili a quelli che frequentano le sale prove dalle nostre parti. a quelle persone che vivono la quotidianità dell’essere musicista fuori dai meccanismi dello star business. In questa ottica, abbiamo intervistato Eve Anderson, cantante dei Geneva, una band emergente di Boston che sta catturando l’attenzione con il loro mix unico di funk, pop e rock. Scoprite con noi la loro storia, i loro inizi al Berklee College of Music, e la magia che si è creata quando i membri hanno suonato insieme per la prima volta.
Innanzitutto chi siete e da chi è composta la vostra band?
Siamo sei musicisti, con Gina Daly alla chitarra solista, Haojin Song alla chitarra ritmica, Jack Kruger al basso, Taye Dever alla batteria, Andrew Atkinson alle tastiere e io (Eve Anderson) alla voce. La nostra band si chiama Geneva.
Quanti anni avete?
Siamo tutti studenti al college dai 18 ai 19 anni.
Da dove venite?
Siamo una band eterogenea con background molto diversi: io e Andrew veniamo da Spokane, Washington, sulla west coast, Jack è dell’Indiana, nel midwest, Taye e Gina dalla Carolina del Nord e dalla Virginia qui nell’Est, e Haojin fin dalla Cina.
Come è nata la vostra band e come avete scelto il vostro nome?
La nostra band è nata tramite una lenta e attenta creazione quanto mi sono trasferita qui al Berklee College of Music, desiderosa di formare un nuovo gruppo. Ho suonato con un sacco di persone finchè non ho trovato alcuni musicisti con cui mi piacesse davvero suonare, e quando ci siamo trovati tutti e sei per la prima volta è stato magico. Alcuni pensano che il nostro nome sia una combinazione del mio nome e quello di Gina, ma in realtà ci chiamiamo così perché ci piaceva il nome e funzionava.
Come descrivereste la vostra musica?
La nostra è tutta musica rock, ma potreste chiamarci anche pop, funk o anche fusion. Il miglior modo per descrivere il nostro suono è funk/pop/rock. Sorprendentemente, nessuno di noi aveva davvero suonato molta musica in stile Geneva prima che ci incontrassimo: Gina viene dal metal e dall’hard rock, Haojin dal blues e r&b, Taye dal punk e gospel, io vengo dalla prima musica psichedelica, Andrew dal jazz e Jack dal rock alternativo.
Quale è la vostra canzone preferita da suonare?
Penso di parlare per tutti quando dico che la canzone WYD (Watcha doin’) è sempre la migliore da suonare. Ha un’ottima strofa iniziale, così coinvolgente che ci si sincronizza tutti col ritmo appena Taye inizia a suonare la batteria.
Quale è stato il vostro miglior concerto e cosa lo rende speciale?
La miglior performance finora è stato un concerto condiviso con la band e di Andrew, i Monke Business, alla Knitting Factory di Spokane. È stata la nostra ultima esibizione come headliner prima della pausa, in un locale piuttosto grande per noi, e anche se non abbiamo venduto tutti i biglietti, abbiamo comunque riempito il locale. Sono sicura che i Geneva saranno gli headliner di un palco simile un giorno, se continuiamo a lavorare sodo e a compiere grandi passi.
Come sono stati i vostri primi concerti? È cambiato qualcosa da allora?
Penso che i primi concerti siano stati molto diversi rispetto a ciò che accade alla maggior parte dei giovani musicisti, visto che Spokane non è una grande città e ha solo un paio di locali per chi vuole cominciare. La maggior parte dei nostri concerti si è tenuta in spazi noleggiati nei quali ci siamo arrangiati; contattavamo i tecnici per il suono e le luci, gestivamo il marketing, chiamavamo altre band locali, ecc. Di solito questi concerti andavano molto bene ed era davvero soddisfacente vedere i frutti del nostro lavoro. Fare così, in modo fai da te, mi ha veramente preparata a suonare professionalmente e ne sono davvero grata. Adesso, lavorando con un gruppo con molta esperienza e una scena musicale più attiva, le cose si muovono molto più in fretta per noi.
Avete mai partecipato in un festival?
La mia vecchia band ha partecipato a due festival: uno era Music on Main a Ritzville; bello ma non c’erano molte persone finchè non è arrivato l’headliner, però ci hanno pagato bene. Un altro si chiamava Better Daze: ci siamo accampati per una notte e abbiamo guardato un sacco di altri gruppi, ma penso che la maggior parte del pubblico fossero musicisti. È stata un’esperienza fantastica!
Quale artista influenza di più la vostra musica?
Le mie influenze musicali principali sono i Pink Floyd e i Red Hot Chili Peppers. È sempre stata musica molto emozionante per me. Certamente riconoscerete queste influenze anche se di solito cerco di mantenere un suono e uno stile personale.
Quale è il consiglio sulla musica più importante che avete mai ricevuto?
Il miglior consiglio che abbia mai ricevuto è “Suona meno!” Mi è stato detto molte volte quando suonavo la batteria nei Monke Business, ma ho sempre pensato “Che ne sapete, suono perfettamente”. Poi ho capito che spesso ciò che a me suonava perfetto non suonava perfetto per gli altri, e soprattutto ho imparato a regolare il mio modo di suonare in base a ciò che gli altri suonavano. Credo che la musica sia un linguaggio universale e spesso per comunicare si usa una tecnica semplice, mentre l’emozione che c’è dietro è ciò che sta davvero in profondità.
Se potessi cambiare qualcosa della musica di oggi cosa sarebbe?
La renderei meno legata al fare soldi e più un qualcosa che miri a creare e condividere ciò che amiamo. Penso che tutti i luoghi in cui si fa musica dovrebbero essere non-profit e finanziati dallo stato. Credo servano più borse di studio per i musicisti, più sicurezza con le case discografiche ecc. Tutta l’industria della musica dovrebbe essere un posto sicuro in cui i musicisti possano essere se stessi, ma dobbiamo ancora arrivarci.
Vorreste continuare a fare musica come professione oppure mantenerla come una passione?
La musica è il mio obiettivo di vita. Voglio continuare a fare musica per sempre ed esibirmi finché posso.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Come band, vogliamo scrivere ed incidere molti altri pezzi e sicuramente vogliamo suonare ad eventi più grandi e con più persone. Alcuni di noi sono pronti a trasferirsi in un posto più adatto ai musicisti come Los Angeles, Nashville o Seattle. Abbiamo rilasciato il nostro album di debutto “WYD” a inizio marzo e suoneremo come band d’apertura per Stolen Gin al Sinclair a Cambridge. Ai nostri prossimi grandi passi!